lunedì 30 marzo 2009

La Procura apre un'indagine: "Vicenda di straordinaria gravità" (Da "Il resto del Carlino)

Scoperto il blog Caccia allo sbirro: le foto, i nomi e le minacce sul web. Le immagini del blog per gli inquirenti sono riconducibili al (nuovo) Partito comunista italiano, organizzazione che ha la sua base in Francia. Il rapporto della Digos e’ arrivato in piazza Trento e Trieste

BOLOGNA, 28 MARZO 2009 - La Procura di Bologna e’ in procinto di aprire un’inchiesta su “Caccia allo sbirro”, il sito che sul web si autodefinisce “di denuncia dei servi della borghesia” ed invita a pubblicare fotografie e dati sensibili dei poliziotti in borghese. Intanto, un’indagine dai contorni molti simili era stata avviata l’anno scorso per un caso analogo. E per “far luce” sulla vicenda si muove anche la parlamentare Silvana Mura, dell’Italia dei Valori, che annuncia un’interrogazione parlamentare sul sito, definendolo “un’iniziativa assolutamente inaccettabile”.


Il rapporto della Digos e’ arrivato in piazza Trento e Trieste questa mattina, e la Procura non ha ancora avuto il tempo per ipotizzare reati. Ai piani alti, pero’, si parla gia’ di una vicenda “parecchio incresciosa” e “di una gravita’ straordinaria”, caratterizzata da “un evidente contenuto intimidatorio”. Per quanto riguarda la concretezza di tale intento, prima di valutarne la portata gli inquirenti hanno bisogno di “capire chi c’e’ dietro”. Di sicuro c’e’ che “Caccia allo sbirro” si presenta come “piu’ grave” rispetto al caso su cui la Procura ha aperto un’inchiesta lo scorso anno. In quel caso non si trattava di un sito vero e proprio ma di una pagina statica (un file pdf) scaricabile da Indymedia. Lo slogan, in questo caso, e’ piu’ contenuto: “Se li conosci li eviti”. Il post che accompagna il file e’ piu’ duro: se la prende con giornalisti (“infami”) e Digos, invita a “sbattere il mostro in prima pagina” e a memorizzare “chi trama trama nell’ombra dietro telecamere e scrivanie”. Utile, scrive l’anonimo autore, “in particolare a Bologna e dintorni”.

Le due pagine in pdf riportano le fotografie di oltre 60 persone, alcune molto vecchie e anche di agenti non piu’ in servizio (come constatato in Procura), scattate in diverse occasioni e in alcuni casi scannerizzate dalle pagine dei giornali. Visto il tono non minaccioso del file, il reato ipotizzato e’ quello di violazione della privacy.
Sufficiente, comunque, per chiedere ed ottenere dal gip il sequestro. Il file, pero’, e’ ancora scaricabile. Il sequestro, infatti, si e’ dimostrato non eseguibile a causa di motivi tecnici. Piu’ che la localizzazione all’estero del server, a fermare il provvedimento e’ stato il fatto che per bloccare il singolo file la Polizia postale avrebbe dovuto sequestrare l’intero sito di Indymedia. Una misura non contenuta nell’autorizzazione del gip e che piazza Trento e Trieste avrebbe comunque ritenuto non proporzionale.


Nel frattempo, tornando a “Caccia allo sbirro”, la deputata Idv Silvana Mura giudica “molto preoccupante” l’esistenza di un sito che “scheda e rende pubblici i volti e i nomi degli agenti delle forze dell’ordine di Bologna”. Un’iniziativa “assolutamente inaccettabile” e “ostile”, con gli agenti “indicati come bersagli da colpire” e con il tentativo di “intimidire tanti agenti e funzionari che svolgono il proprio lavoro al servizio dello Stato”. Per la coordinatrice regionale dipietrista “e’ quanto mai urgente intervenire per oscurare al piu’ presto questo blog e per capire chi ci sia dietro”, che insieme ad altri episodi del passato, “da ultimo l’attentato nei confronti della sede della Lega nord al Pratello, contribuisce a creare un clima sempre piu’ preoccupante a Bologna”. Per questo, esprimendo il proprio sostegno alle forze dell’ordine, Mura annuncia che lunedi’ presentera’ un interrogazione sul caso al ministro dell’Interno.

Io, poliziotto alla gogna su Internet La mia famiglia vive nel terrore (Da "Il resto del Carlino")

Parla uno degli agenti braccati sul blog 'Caccia allo sbirro': "Tanti delinquenti sono più protetti di noi. Il dossier è sul tavolo dell'antiterrorismo"

BOLOGNA, 29 MARZO 2009 - LE DANNO la caccia.
«E questa purtroppo non è una novità. E’ solo l’ennesima riprova che in Italia sono più protetti i criminali pentiti che chi serve lo Stato. Loro sono scortati e testimoniano dietro i paraventi, noi ci ritroviamo le nostre facce in Internet». Chi parla è un poliziotto in servizio a Bologna. I volti di dirigenti, funzionari e agenti della Digos e del Reparto mobile sono finiti in un sito denominato ‘Caccia allo sbirro’ che invita a indicare nomi, cognomi, ruoli e indirizzi di quelli che vengono definiti ‘servi della borghesia’.

C’è anche lei tra gli ‘schedati’?
«Questo preferisco non dirlo e non è importante. Se ci sono io o un mio collega è la stessa cosa. Con i mezzi di oggi, telefonini, videocamere e Internet, per chiunque di noi non ci vuole niente a perdere in un attimo e per sempre la tranquillità. E non tanto per noi stessi, ma per le nostre famiglie. Abbiamo mogli e figli che vivono in città».

E’ paura questa?
«Questa è preoccupazione. Quando giro per la strada per i fatti miei so che mi devo guardare attorno, devo stare attento alle spalle, cercare di evitare zone in cui potrei incontrare persone che mi riconoscono. Il rischio è quello di essere rullato di botte. Questa è una conseguenza normale del mio lavoro, ma questa volta è peggio».

Perché peggio?
«Questo non è il tipo di rischio che si mette in conto quando si entra in polizia. Ci sta che io mi possa scontrare con un cretino in piazza, ma non è giusto che vengano messe a repentaglio anche le nostre famiglie».

E’ così facile identificarvi?
«Con i mezzi di oggi lo è. I nostri nomi sono sui verbali che prima o poi finiscono nelle mani di coloro che abbiamo denunciato magari durante una manifestazione pubblica. Per chi conosce la nostra faccia ci vuole poco a prendere un numero di targa di un’auto e, con una visura che costa pochi euro, scoprire il nostro indirizzo di casa».

Da quanto tempo sa dell’esistenza del sito ‘Caccia allo sbirro’.
«Lo sapevo da un po’, ma era difficile per gli utenti rintracciarlo. Poi un messaggio del (nuovo) Pci fatto circolare in una serie di mailing list lo ha reso accessibile a molte più persone ed è diventato noto anche tra gli antagonisti».

E’ cambiato il clima?
«Il clima è pessimo. Tanto per dirne una, lo testimoniano i manifesti affissi in tutta Bologna contro di noi, sono intitolati ‘perché odiamo la polizia’».

I difensori si sentono indifesi.
«Noi ci mettiamo già la faccia, vorremmo almeno evitare i nomi e questo è possibile: basterebbe sostituire nei verbali le nostre generalità con il numero di matricola. Questo renderebbe più difficile la nostra identificazione da pare di chi ha brutte intenzioni».
La proposta che circola tra i poliziotti, soprattutto nell’ambiente delle Digos, è stata rilanciata ieri da alcuni utenti sul forum del sindacato Sap, dove si è scatenata una discussione infuocata. «Presto, ve lo annuncio, creerò un blog e non me ne frega un c... se rischio qualcosa dal punto di vista personale o addirittura qualche denuncia — scrive Natascia —. Il mio blog si chiamerà ‘caccia all’anarchico insurrezionalista delinquente devastatore di città’»..

giovedì 26 marzo 2009

IMPEGNO ECOLOGISTA ( By ENTOMO)

Amici e cittadini,

Sposterò la mia azione (simbolica e non) sui versanti dell'ecologismo e dell'azione umanitaria. Solo ed esclusivamente. Presterò la mia voce alle cause "verdi" e, nel frattempo, sosterrò bambini ed adulti in difficoltà. Aiutare la gente è prioritario, e sono pronto a rinnovare questa priorità, ad ogni minuto di vita.

Per chi mi accusa di essere mitomane: all'epoca, accettai SUGO in quanto trasmissione destinata ad un pubblico ristretto, quello satellitare. L'unica intervista che ho rilasciato è stata quella de IL RIFORMISTA, in seguito depredata dagli altri quotidiani in una maniera approssimativa e poco ortodossa.


Riguardo la rete e i numerosi blogs/forums che hanno parlato di me, devo confessare che alcuni commenti dei cosiddetti "detrattori" (tutti Beppe Grillo oggigiorno, eh?) sono simpatici. Altri invece risultano ridicoli, saturi di odio ingiustificato e critiche gratuite. Non tutti hanno compreso il messaggio che stavo lanciando.

Ma la bomba mediatica è oramai parte del passato. Adesso c'è un futuro che chiama me e tutti quanti voi all'appello. Un futuro che necessita di basi solide per spiccare il volo.
Non mi interessa apparire sulle TV nazionali. Mi interessa esserci. Mi interessa fare la differenza. E la differenza riguarda il nostro pianeta.

Resta lì fuori una realtà da cambiare. Una realtà pesante da vivere, difficile da migliorare, e siete tutti "SUPEREROI" chiamati in causa per renderla migliore. Per essere un "SUPEREROE" c'è bisogno solo di avere tanta umanità. E' questo il vero superpotere.

Buona giornata a tutti, e buon lavoro. Di lavoro ce n'è tanto da fare.


Io inietto giustizia.

(Entomo)

mercoledì 25 marzo 2009

Spider-Man - un supereroe reale salva un bambino autistico a Bangkok

spiderman thai

Spider-Man è riuscito ad evadere dalle pagine dei fumetti per intervenire nel mondo reale.

In realtà dietro la maschera dell’Uomo Ragno (che potete ammirare nella foto posta qui sopra) si nasconde un pompiere thailandese reduce dal salvataggio di un bimbo autistico che minacciava di gettarsi da un balcone. Il bambino di soli otto anni si trovava all’interno della sua scuola a Bangkok e si era esposto su un davanzale al terzo piano, scatenando le preoccupazioni di docenti, alunni e genitori.

La madre rivolgendosi alle autorità ha subito reso noto che il figlio è appassionato di supereroi e fumetti, quindi l’eroico pompiere ha ben pensato di presentarsi con il costume da Spider-Man, una divisa speciale spesso usata per animare le esercitazioni anti-incendio. Il piccolo, confortato da questa visione, con un grande sorriso si è gettato immediatamente tra le braccia del suo salvatore.


martedì 24 marzo 2009

Sicurezza in città: a Napoli invece delle ronde c’è Entomo il supereroe

Di lui si sa solo il “nome di battaglia”: si fa chiamare Entomo, oppure “The Insect Man” (l’uomo insetto); ha 31 anni e una pagina su MySpace. Ma chi si celi dietro quel costume bicolore attillato e quella maschera ben aderente al viso, nessuno sa.

Eppure è da due anni che pattuglia le strade di Napoli, mascherato come un supereroe dei fumetti. Però è reale (importante la sua precisazione, a scanso di equivoci: “Non sono un esaltato. Non sono un mitomane”). Anche se non spara e non picchia: fa da deterrente, mettendo in fuga i criminali con la sola sorpresa del suo intervento (e del suo costume). Volendo sarebbe la risposta napoletana (patria delle maschere, della commedia dell’arte, degli sberleffi) alle ronde che il ministro Maroni prevede pronte entro aprile (anche se Entomo non apprezza l’accostamento): “Pattuglio le strade della città, di giorno e di notte. Non sono un vigilante, non mi sostituisco alla legge. Fermo i piccoli crimini che posso fermare, altrimenti avverto anonimamente la Polizia. Combatto contro l’individualista che mangia il prossimo per tornaconto personale. Contro le persone che fanno del male, nonostante possano scegliere di evitarlo. Combatto contro il consumismo”.
Hanno parlato di lui (in questi giorni, e siamo ancora lontani dal primo Aprile): prima Il Riformista, poi Il Giornale ed è finito anche su La Nueva España. Il suo costume è verde chiaro con maniche scure, porta pantaloni neri e stivali marroni, non ha mantello e si nasconde sotto un cappuccio neroverde.
La sua prima volta? “Il 2 marzo 2007″. Anche se: “La molla di Entomo è stata sempre con me. Quando è arrivata l’ispirazione ho capito cosa dovevo fare”, confessa a Il Giornale. “Non è successo nulla, non ho salvato nessuno, ma almeno ho vinto la mia grande sfida: uscire allo scoperto”, con il volto ben nascosto dalla maschera, s’intende. Ma non per vergogna; piuttosto perché come Batman, Superman e Spiderman anche Entomo deve rimanere rigorosamente coperto dall’anonimato.

E infatti lui chiarisce di appartenere alla schiera scelta dei Supereroi: una specie di club della sicurezza che esiste davvero, qua e là sulla Terra. Sono i “Real Life Superhero”: circa duecento persone normali (nel senso di vere, reali), che vestono come gli eroi dei fumetti, aderiscono a regole severissime, hanno in SuperBarrio Gomez il leader più prestigioso: “La gente è con noi” aggiunge Entomo “spesso, dopo il mio intervento, ho raccolto applausi”. Il fine è chiaro: “Essere un supereroe è il gesto più importante che si possa realizzare in un mondo arretrato come il nostro”, scrive Entomo su MySpace, la bacheca dei suoi appelli. Ma i malintenzionati che operano nel napoletano si arrendono appena lo vedono oppure oppongono resistenza? Nessun ladro accetta serenamente di finire in prigione. Non mancano le volte in cui Entomo deve bloccare i malviventi utilizzando la forza. “Io non amo la violenza gratuita e ingiustificata” ha spiegato al Riformista. Pratico il Krav Maga. Cerco di disarmare il nemico senza ferirlo. Molte volte ho affrontato dei teppisti basandomi sulla velocità. Generalmente desistono. Il costume gioca da diversivo”.

Contro la violenza sulle donne 2

Sono stati presentati i risultati di una indagine dell’Istat sulle violenze fisiche e psichiche verso le donne in Italia. Il quadro risultante è un insieme sconcertante di violenze familiari, timori di denunciare l’accaduto, danni permanenti all’integrità psicologica. Numeri inquietanti per un Paese civile, che tanto civile poi non è .

Vorrei segnalare a quante vivessero il dramma della violenza che esiste un numero il 1522 collegato con la casa delle donne, centri presenti in quasi tutta Italia per dare sostegno a quante siano in difficoltà.

La donna è la vittima di un variegato ‘campionario’ di violenze fisiche e psichiche da parte dell’uomo che è quasi sempre un intimo familiare o persona conosciuta, di cui la vittima si fida. L’estensione del fenomeno più alto al Nord, 3,4%, e specialmente nelle grandi aree metropolitane, 3,6%) è dimostrato da un altro dato: sono 118 mila (pari lo 0,7% del totale) le donne di età 14-59 anni che hanno subito almeno una violenza tra il 1999 e il 2001, cioè prima dell’indagine Istat, compiuta su 22mila donne.

Contro la violenza sulle donne!

Dieci milioni di donne tra 14 e i 59 anni hanno subìto nel corso della vita violenze, molestie o ricatti sessuali.
A rivelarlo è l'Istat, nel rapporto presentato questa mattina in occasione della giornata parlamentare contro la violenza alle donne a Montecitorio. Dallo studio (che ha preso in esame i dati dal 1997 al 2002) emerge un quadro inquietante.
Per le donne il luogo più insicuro non è un vicolo buio o un parco di notte, ma il posto di lavoro.
Secondo l'Istituto di statistica 900 mila donne hanno subito ricatti sessuali per essere assunte o per avanzare di carriera.

Per quanto riguarda invece gli stupri o i tentativi di violenza carnale sono 500 mila le donne che hanno denunciato di aver subito questa esperienza.
Un dato in aumento, ma, come ha spiegato la direttrice dell'Istat Linda Laura Sabbadini, "la crescita delle denunce non è necessariamente indice di crescita di violenza: le denunce possono aumentare perché le donne scelgono di denunciare di più rispetto al passato".
Dallo studio emerge anzi un segnale positivo: "Dal 1997 al 2002 - ha spiegato ancora la Sabbadini - c'è stata una diminuzione delle molestie fisiche sessuali e dei tentati stupri, soprattutto grazie ai profondi cambiamenti legislativi, alla rottura dell'omertà su questo tema e all'intensa attività dei centri antiviolenza".

Un importante deterrente nei cinque anni presi in esame dalla ricerca è stata la crescita dell'occupazione femminile che ha reso più problematico il tentativo di ricatti sessuali al momento dell'assunzione, facendoli diminuire. In soccorso delle donne negli ultimi anni è intervenuta anche la tecnologia.
Nel caso delle telefonate oscene, ha sottolineato ancora Linda Laura Sabbadini, "la possibilità di indentificare il chiamante ha avuto un effetto deterrente".

Malgrado questi segnali positivi, nel complesso i dati rimangono però preoccupanti, soprattutto per quanto riguarda la violenza carnale vera e propria. "Per gli stupri - ha spiegato ancora la direttrice centrale dell'Istat - ci troviamo davanti ad uno zoccolo duro. Fatta eccezione per quello commesso da estranei (un'assoluta minoranza, solo il 3,5%), quello 'classico', perpetrato da amici, conoscenti o ex fidanzati, si ripete nel tempo e con una frequenza elevata, spesso più che settimanale, in luoghi familiari alla vittima".

Il rapporto è stato presentato alla presenza del presidente della Camera Fausto Bertinotti, che nella sala della Lupa di Montecitorio ha aperto i lavori della giornata parlamentare contro la violenza alle donne.
La violenza contro le donne "è ben lungi dall'essere sconfitta e molto resta ancora da fare, soprattutto sul piano della maturazione di una nuova e più ampia consapevolezza della dimensione culturale, sociale e politica del problema" ha detto Bertinotti.
Sottolineando la "crescente disposizione alla violenza delle giovani generazioni", Bertinotti ha chiesto che si intervenga "fin dalla scuola, nelle famiglie, in tutti i luoghi della formazione civile e sociale dei ragazzi, per prevenire inciviltà e degrado, per costruire nei giovani il rispetto e il riconoscimento della diversità, il rifiuto dell'intolleranza e della prevaricazione fisica, il controllo dell'emotività, superando lo squilibrio relazionale tra uomini e donne e i pregiudizi che alimentano discriminazioni e prevaricazioni a danno di queste ultime".

Io sono PIG MAN

Io sono PIG MAN.
E sono qui per voi.